If every blog has a reason-for-being, Behind the Lines is born out of this book, Behind the Lines: War Resistance Poetry on the American Homefront Since 1941. Like most books, Behind the Lines is meant as a foray into a conversation already underway, between poets and the peace movement--and more broadly, between artists and those involved in social movements.
But why begin a blog when you've already written the book?
Because the conversation continues; unlike a scholarly tome about an author long dead, this book draws back into the past (beginning with The Iliad and then the Second World War), but ends very much in the middle of the Iraq War. The work of poetry and peacemaking does change, as our world changes. I find myself constantly wanting to update the book, as each day goes by (and not because I've spotted a typo here and there).
Yes, the questions may remain strikingly similar, and perhaps they are irresolveable. But perhaps the point is not to resolve the questions, but to write and work through those questions--to live our way, perhaps, into an answer.
2 comments:
ADMIRA ISMIC E BOSKO BRCKIC
Ansanti sotto il sole di maggio,
correndo verso un mondo migliore
programmato guardando di notte le stelle
e raccontando alla luna i progetti d'un futuro
ancora tutto da costruire.
Due sacchi con i sogni accuratamente ripiegati,
unica ricchezza ad un nulla lasciato
con la certezza del ritorno.
I corpi protesi, quasi un gioco infantile
fatto tante volte nelle giornate di sole
vicino alle aie coi cani festosi che abbaiavano dietro.
Una speranza a portata di mano oltre il fiume Miljacka
che scorre tranquillo,
incurante degli spari dei cecchini.
Poi, il silenzio nell'abbraccio freddo
d'una morte arrivata dal nulla
a spazzare via la speranza di giorni migliori.
Svolazzano ancora per l'aria
i sogni d'un mondo sereno
fuori dall'assurdità di una guerra razziale senza ragione.
Sogni di bimbi gioiosi
sgambettanti per stanze ormai senza sorrisi;
giornate scolastiche mai vissute
a sfogliare un abbecedario che nessuno mai leggera'.
Sogni d'una vita diversa
e d'una vecchiaia serena,
gioiosamente vissuta,
guardando le rughe lente spuntare
e le mani lievi inseguire
il gioco delle vene sulla pelle
che il tempo ricama in silenzio.
Il sole accarezza un dramma che non conosce pietà ,
mentre i sogni si dileguano
lungo le sponde melmose d'un fiume mai attraversato.
Incuranti le mosche cantano il loro ritornello,
svolazzando sugli occhi di quei corpi immobili,
ormai fuori dal tempo.
Salvatore Armando Santoro
(Aosta 28.5.93 - h. 22,10)
2.a classificata alla V.a Edizione del Premio Nazionale di Poesia 1999 Fazio degli Uberti - Pisa
Cordiali saluti
Armando
santoro3000@alice.it
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